In questo inizio d’anno è particolarmente difficile esprimere gli auguri utilizzando le formule e i buoni propositi a cui siamo abituati.

Possiamo augurarci un buon anno nuovo? Sì, perché esprimiamo così il desiderio che qualcosa di bene accada. Ma rimaniamo aderenti alla realtà, con lo sguardo attento a ogni cambiamento necessario per continuare a progettare i nostri servizi.

L’anno appena trascorso ci ha dolorosamente traghettato in un mondo diverso. Ha scompaginato gli equilibri tra la dimensione pubblica e quella privata, ha stravolto le nostre vite, il nostro lavoro, le relazioni. Ha messo alla prova le nostre capacità di reazione, di resilienza, di flessibilità difronte a ciò che non ci aspettavamo e che presenta ancora molte incognite. L’impatto della pandemia sul nostro mondo fisico e mentale, a breve e a lungo termine, non è ancora del tutto prevedibile, ma lo affrontiamo, giorno dopo giorno. Con la sensibilità e la competenza richieste, in modo particolare, a chi svolge il lavoro di assistenza, educativo, di supporto alle disabilità e alle fragilità.

Siamo riusciti a non interrompere l’ascolto dei bisogni delle persone che si rivolgono a noi: le famiglie, i bambini, gli anziani e i giovani. Per questo ogni servizio è stato rimodulato, dove inevitabile, con tutti gli strumenti possibili che ci hanno arricchito, insegnandoci nuovi modi di “stare insieme”.

Nel momento in cui il Virus ci ha separato, ci ha chiesto di essere degni del nome di collettività. Quasi un paradosso. Ma è così che è andata. Siamo quindi chiamati a rispondere con responsabilità l’uno verso e per l’altro. E l’augurio è di continuare a farlo insieme. Buon Anno!

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