Con la crisi la nostra vita è cambiata. C’è poco lavoro. Meno fondi per i servizi. La popolazione invecchia, si fanno meno figli, ci sono più genitori single. E se ci si ammala? Spese in più, soldi in meno.
«La crisi –ha spiegato Alessandro Micich, responsabile progetti e comunicazione della coop sociale Cadiai di Bologna, al Convegno Eureka Tra il dire e il fare… lo 0-6 ideale: buone prassi nella qualità dei servizi educativi per l’infanzia – ci ha insegnato a convogliare al meglio, dove servono, le forze della comunità e dell’innovazione prodotta dal territorio.
Nel rispetto delle specificità e delle differenze territoriali: il vero plus del nostro lavoro.Per esempio con ComeTe, un servizio innovativo di assistenza e cure a 360 gradi per le famiglie. Ogni bambino, ragazzo, nonno è seguito da un tutor e da persone del posto: non è mai un “numero”. «Il segreto? – conclude Micich – Lavorare tutti insieme appassionatamente, progettando in modo mirato sulla storia della persona e dell’abitato, utilizzando le competenze territoriali e le reti costruite per la comunità dagli operatori locali.
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