Giovedì 22 ottobre.
Mi sveglio, mal di testa, brividi, ho una strana sensazione: non sento nessun odore, mi preoccupo. Vedo lo spettro Covid-19  proprio lì davanti.
Per prima cosa cerco di organizzare l’aspetto familiare, con tre figlie in età scolare non vorrei certo mettere a rischio una sessantina di bambini e ragazzi. Mi chiudo in camera con pc e telefono e le lascio autogestirsi per una giornata, nel frattempo prenoto un tampone privatamente, in quanto il medico di base non mi risponde e ho fretta di eseguirlo per accertarmi che sia effettivamente il virus e non una banale influenza stagionale.

Venerdì 23 ottobre.
Eseguo il tampone presso una struttura ospedaliera e decido di cambiare casa in attesa del referto. Sono fortunata ad avere a disposizione un piccolo appartamento dove posso almeno muovermi e lasciare liberi i miei familiari di stare a casa senza la mascherina addosso.

Domenica 25 ottobre.
Viene pubblicato sul mio Fascicolo Sanitario Elettronico il referto del tampone. Si trova su www.fascicolosanitario.regione.lombardia.it al quale si accede tramite SPID oppure con l’App  Fascicolo Sanitario…Positivo.

Mi metto più o meno il cuore in pace, è domenica, il medico di base non mi risponderebbe. Nel frattempo tengo sotto controllo i sintomi, non sono gravi e inizio a fare il giro di telefonate ai miei contatti stretti, qualche amica con cui ho cenato il mercoledì precedente e i miei familiari. Dovranno tutti sottoporsi ad isolamento fiduciario per 14 giorni e, se non compaiono sintomi, potranno tornare a uscire tranquillamente, oppure dovranno isolarsi per 10 giorni a partire sempre dall’ultimo contatto con me e sottoporsi a tampone molecolare o antigenico (il famoso test rapido) che, se negativo, permette il ritorno alla “normalità”.

Lunedì 26 ottobre.
Giornata passata al telefono: chiamo la scuola delle bambine avvisando che saranno assenti i giorni necessari per il rientro, cerco di organizzare al meglio i compiti e il recupero delle attività che, da remoto, a posteriori, posso definire impresa titanica.

Ordino online le cartucce per la stampante che aveva preso un periodo di riposo dopo il primo lockdown primaverile perché immagino dovrà essere utilizzata per stampare schede varie. Prenoto presso un laboratorio privato il tampone per i miei familiari: opto per incrociare le dita e scelgo test antigenico, in modo da non fare saltare loro troppi giorni di scuola e sperando che non insorgano sintomi nei prossimi giorni. Mi attacco al telefono cercando di rintracciare il mio medico di base per capire il da farsi.

Nell’attesa apro l’App Immuni che avevo scaricato in primavera e cerco, invano, di segnalare la mia positività per senso civico e perché in questa situazione la tracciabilità dei contatti è fondamentale. Niente, dopo un’ora di tentativi rinuncio.

Il medico mi risponde verso il tardo pomeriggio, devo dire stanco quasi quanto me e con le idee un po’ confuse, in ogni caso registra il mio caso sul portale di ATS e mi saluta, non mi ha chiesto neanche come mi senta. Mi dice di chiamare il 1500 se mi sento male e di attivarmi sul portale Milano-COR per prenotare il mio tampone di guarigione. Mi informo sul portale di Regione Lombardia: posso prenotare il tampone molecolare dopo 10 giorni dall’inizio dei sintomi se da 3 giorni non accuso sintomi esclusi ageusia e anosmia (perdita di gusto e olfatto), oppure dopo 14 giorni, oppure anche decidere di restare in quarantena 21 giorni senza sottopormi a nessun esame, opzione che scarto a priori perché l’idea di rimanere isolata un mese di certo non mi aggrada.

La speranza di poterlo eseguire con ATS, perciò senza pagarlo, è ancora viva per cui mi attivo cercando questo famoso portale Milano-COR.
Dopo qualche ora dal colloquio con il medico mi arriva un sms sul cellulare con un codice di accesso per effettuare la registrazione, sono piacevolmente colpita, funziona. Mi precipito sul sito ed effettuo la registrazione.

Sul portale vanno registrate date e contatti, si possono segnalare cambiamenti dei sintomi, comparsa di nuovi, ecc. ma la parte che veramente mi interessa è quella della prenotazione del tampone che dice chiaramente sarà possibile prenotare solo dopo 10 giorni dal riscontro del test positivo, per cui mi dispero un po’, da giovedì 22 data inizio sintomi, il portale prende in considerazione il 25 ottobre, data della pubblicazione del referto su FSE.

Presa dal panico prenoto privatamente un tampone molecolare per lunedì 2 novembre, perché ho come l’impressione che qualcosa non funzionerà.
I giorni passano lentamente, tra telefonate videocall con la mia famiglia e amici che non vedo ormai da più di una settimana.

Faccio un tentativo di prenotazione del tampone di guarigione con il medico di base che mi prospetta la riapertura del caso Covid segnalando la ripresa dei sintomi, declino gentilmente in quanto non vorrei rischiare di ricominciare da capo e inoltre i sintomi stanno sparendo piano piano.

Lunedì 2 novembre.
I miei familiari ed i miei contatti si recano ad eseguire il tampone antigenico che fortunatamente risulta negativo, potranno tornare a scuola e al lavoro. Io invece ho dovuto eseguire quello molecolare, sempre a pagamento, ma il referto verrà consegnato solo alla fine della settimana in quanto la richiesta è molto alta ed i laboratori fanno il possibile, ma i tempi sono dilatati. Attendo ancora.

Oggi, 4 novembre, più per curiosità che per speranza butto un occhio sul portale Milano-COR e ancora non c’è possibilità di prenotare il tampone, sebbene siano passati 10 giorni dal referto del primo tampone positivo. Speranza persa.

Attendo fiduciosa l’esito che mi arriverà via mail venerdì (spero) e lo caricherò sul mio fascicolo sanitario elettronico in modo che sia visibile sia al mio medico che ad ATS. Andrà tutto sul portale? Forse.
Queste settimane sono state formative: ho esercitato l’arte della pazienza e del problem solving!

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