Cosa cambia? Dal primo marzo 2022 entrerà in vigore il nuovo strumento di sostegno economico alle famiglie per i figli a carico: l’Assegno unico e universale, dal settimo mese di gravidanza al ventunesimo anno di età.
Vediamolo da vicino.
L’intento alla base della ristrutturazione dei sostegni alla genitorialità, come si legge nella comunicazione del Ministero dell’economia e delle finanze è riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno, insomma razionalizzare le risorse e erogarle in modo equo. L’assegno unico sostituirà, con un’unica prestazione, il premio alla nascita e l’assegno di natalità, più noti come Bonus Mamma domani e Bonus Bebè. Inoltre, non vedremo più in busta paga le detrazioni fiscali per i figli a carico e gli assegni familiari (AFN). Potremo, invece, ancora accedere al Bonus Nido e all’Assegno di maternità concesso dai Comuni e a carico dell’Inps.
L’assegno Unico tende a premiare la genitorialità su base universalistica, nel senso che riconosce un beneficio per ogni figlio a carico a prescindere dalla condizione lavorativa dei genitori, che siano dipendenti, autonomi, disoccupati o percettori di Reddito di Cittadinanza. E a prescindere dalla situazione reddittuale.
Infatti, lo strumento di verifica per la modulazione dell’importo da erogare è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che misura, oltre al reddito, la condizione patrimoniale. Ma, anche in assenza di questo indicatore, o con un ISEE superiore a 40.000 €, l’assegno minimo è previsto per chiunque ne faccia richiesta per il proprio nucleo familiare dove vi siano minorenni oppure maggiorenni al di sotto dei 21 anni, impegnati in un percorso di studio o di formazione al lavoro. Non avremo più, quindi, le detrazioni fiscali per i figli non autosufficienti concesse, ad oggi, fino ai 24 anni.
Attenzione alle scadenze: se facciamo la domanda entro giugno 2022 riceveremo anche gli arretrati calcolati a partire da marzo. Per le domande presentate dal 1° luglio in poi, invece, la prestazione decorre dal mese successivo a quello di presentazione. Le domande devono essere inoltrate attraverso la procedura online sul sito INPS, in autonomia o con l’assistenza di un CAF.
Difficile capire all’avvio della riforma se sarà effettivamente un sostegno equo per ogni situazione e per ogni fascia di reddito.
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