In questo spazio dedicato alla salute e alla sana alimentazione, vorremo fare un po’ di chiarezza su miti e proverbi che parenti, amici o i programmi TV ci vogliono far passare per verità, e che, invece sono spesso falsi, inutili o nel peggiore dei casi dannosi.

  • Mangiare pesce fa bene alla memoria perché contiene fosforo. FALSO!

Questo è un vero e proprio “pesce d’aprile”. Prima di tutto la relazione fosforo-memoria è un luogo comune da sfatare. Il fosforo ha altre importanti proprietà: serve per la formazione delle ossa e dei denti, come costituente del sistema nervoso sotto forma di fosfolipidi e per fornire energia alle cellule. Inoltre ci sono diversi alimenti che contengono maggiori quantità di fosforo rispetto al pesce, come le uova, le noci, le nocciole, i cereali integrali, i legumi, alcuni formaggi, lo yogurt, la carne, l’olio di oliva. Cibi che permettono di assimilare meglio questo minerale rispetto al pesce. Il qui pro quo nasce dal fatto che Il rapporto tra consumo di pesce e sviluppo del sistema nervoso dipende non tanto dal fosforo, quanto dalla quantità di grassi cosiddetti “buoni”, gli Omega 3, presenti nelle sue carni. www.Humanitas.it

  • Il latte è un ottimo antidoto se si è ingerito una sostanza tossicao velenosa. Attenzione può essere addirittura pericoloso!

Il latte può interagire con il veleno ingerito (es. detersivi, detergenti) aggravando l’intossicazione. Nei casi d’ingestione di sostanze tossiche è bene non bere niente, ma mettersi immediatamente in contatto con il Centro Antiveleni più vicino o andare al Pronto Soccorso!

  • Per prevenire l’osteoporosi consumare latte per introdurre più calcio…ancora non si sa!

L’osteoporosi è una malattia multifattoriale, su cui incide la ridotta capacità di assorbimento intestinale, la menopausa, la scarsità di movimento e di esposizione ai raggi solari, l’utilizzo di alcuni farmaci. Per un’alimentazione sana è più opportuna, rispetto al latte, la scelta di yogurt e formaggi fermentati, consigliati «in ragione del basso contenuto di zuccheri, dei benefici apportati alla flora intestinale, dei possibili effetti antinfiammatori indotti da alcune sostanze probiotiche e protettivi nei confronti delle malattie cardiovascolari». https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/ginecologia/il-toccasana-contro-losteoporosi-non-e-il-latte

  • La carne rossa fa buon sangue: FALSO!

È una credenza tipica dei nostri nonni. Dal punto di vista dell’apporto proteico e del contenuto di ferro, tutte le carni sono uguali. Le carni bianche, rispetto a quelle rosse, presentano un più basso contenuto lipidico e sono raccomandate rispetto a quelle rosse. Il pesce ha lo stesso contenuto di ferro delle carni.

  • Un bicchiere di vino rosso a pasto protegge dal rischio di alcune malattie: non è del tutto esatto.

Secondo alcune ricerche, i soggetti abituati ad un regolare e moderato consumo di vino rosso a bassa gradazione alcolica sembrerebbero essere più protetti dal rischio di malattie cardiovascolari. Chi è astemio, tuttavia, può trovare gli stessi benefici attribuiti alla presenza di polifenoli e sostanze antiossidanti in una grandissima varietà di prodotti ortofrutticoli, quindi in realtà consumando buone quantità di frutta e verdura si è ugualmente protetti da rischi cardiovascolari senza bere alcool che comunque è una sostanza tossica per il fegato.

Queste sono solo alcune delle credenze e dei falsi miti della nostra cultura in ambito alimentare. Ce ne sono molti altri che riguardano per esempio l’acqua del rubinetto o la frutta o la cottura dei cibi! Insieme esploreremo questo mondo per sfatare credenze antiche o modaiole.

Articolo redatto dalla Dietista dott.ssa Gisella Giovanetti in collaborazione con Laura Bortolotti.

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L’Unione Europea si è espressa con chiarezza in risposta all’emergenza planetaria causate dalle varie forme di inquinamento e avvelenamento dell’ambiente. L’obiettivo di riduzione dei rifiuti ha preso un respiro ampio e ambizioso individuando nel modello dell’economia circolare “l’anello mancante” per un cambio radicale nei sistemi di produzione e consumo.

Nel 2015 il Primo Vicepresidente della Commissione UE, Frans Timmermans, responsabile per lo Sviluppo sostenibile, affermava che “Il nostro pianeta e la nostra economia non sopravviveranno se continueremo a seguire i dettami del “prendi, trasforma, usa e getta”. Le risorse sono preziose e vanno conservate, sfruttandone al massimo il potenziale valore economico. L’economia circolare si prefigge di ridurre i rifiuti e proteggere l’ambiente, ma presuppone anche una profonda trasformazione del modo in cui funziona la nostra intera economia. Ripensiamo il nostro modo di produrre, lavorare e acquistare: creeremo nuove opportunità e nuovi posti di lavoro.” Con questi presupposti l’Europa si è dotata di un quadro di riferimento generale per guidare la trasformazione.

La Direttiva Europea pubblicata a giugno di quest’anno1 risponde al bisogno urgente di trovare “una soluzione per la crescente produzione di rifiuti di plastica e per la dispersione di rifiuti di plastica nell’ambiente in cui viviamo, in particolare nell’ambiente marino”. E ciò con lo scopo di attuare una strategia perché la produzione e l’utilizzo dei prodotti si inserisca nel modello di economia circolare che prevede la progressiva eliminazione dei prodotti “usa e getta”.

Le direttive europee, ovviamente, si rivolgono, alle nazioni, ai legislatori e agli operatori economici, che hanno l’obbligo di conseguirne gli scopi, ma il cambiamento richiesto riguarda anche le nostre abitudini, il nostro modo di consumare, la nostra capacità di scegliere. Se pur progressivamente, a partire dal 2021, sarà vietata la produzione di alcuni prodotti di largo consumo (dai bastoncini cotonati ai piatti da pic-nic), sappiamo che sul mercato esistono già alternative percorribili che possiamo adottare e promuovere, aiutando la trasformazione prospettata a livello economico e ambientale. Possiamo, con un piccolo sforzo, tracciare la direzione cominciando, come cittadini, genitori e educatori, dalle nostre case e dai nostri asili. Sono davvero molte le possibilità per i prodotti usati da mamme e bambini.

Appena un bimbo nasce, ad esempio, avrà bisogno del pannolino. La scelta, in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità ambientale, sembra ovvia, tra pannolini lavabili (oggi molto più comodi dei vecchi ciripà) e usa e getta…Non è così semplice: dati certi e confrontabili non ci sono, studi specifici in Italia nemmeno, o meglio, solo parziali perché i parametri utilizzati sono molti e vari e non tengono conto di tutto il ciclo vitale, dall’estrazione o coltivazione delle materie prime alla dismissione del prodotto: a confronto si può mettere il consumo d’acqua per il lavaggio del pannolino lavabile con quello per la produzione dell’usa e getta, la quantità di energia impiegata o l’emissione di CO2 nelle fasi di produzione e utilizzo di entrambi, il costo ambientale della produzione delle materie prime e quello dello smaltimento dei rifiuti solidi. Come orientarsi allora? Forse utilizzando anche parametri meno scientifici e più di senso, meno economici e più educativi. Trasmettere il valore della cura, del riuso, della condivisione, promuovere il dovere di informarsi, la capacità di essere attori di cambiamento e di fare scelte consapevoli è già una scelta.

1 DIRETTIVA (UE) 2019/904 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO pubblicata in G.U.C.E. L del 12/06/2019 n. 155.

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Tutti funzionano meglio insieme che da soli. Per noi di Eureka! la collaborazione è un valore chiave.
Lavoriamo con tutte le intelligenze utili e adatte allo scopo.

Con il mondo dell’Università e della ricerca. Con gli altri cooperatori. Con le imprese, le istituzioni, le comunità che condividono i nostri valori.
Crediamo nella fiducia ben riposta. Nella competenza, che è etica. Nei servizi che risolvono i problemi e fanno sorridere per il sollievo. Dove sei in buona compagnia.

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Per cambiare il mondo è necessaria una visione a 360 gradi. Che percepisce necessità e cambiamenti in arrivo. Non smettiamo mai di studiare e investiamo moltissimo in aggiornamenti specifici e fuori dalle righe. Per tutti. Per il gruppo di lavoro. Per la singola persona. Per l’autoformazione ognuno propone quel che l’ha colpito di più. Andare alle mostre e leggere libri fa “punteggio”. Come fare un seminario di mindfulness e meditazione.

L’organizzazione dellavoroè “matriciale”: a seconda dei progetti si può essere contemporaneamente responsabile di un ambito e parte dell’èquipe di un altro. In questo modo ognuno può ricoprire ruoli di responsabilità e ruoli operativi in settori diversi. E scoprire potenzialità nascoste.

Il potere è una grande energia: amiamo gestirlo e utilizzarlo bene. Anche in questo la supervisione delle équipe di lavoro è utile.

Al bisogno, tutte le persone di Eureka hanno accesso ai servizi di informazione, orientamento e supporto. In più abbiamo una convenzione con servizi sanitari di qualità comprensive di second opinion (secondo parere medico: si chiede per essere certi di fare una scelta corretta). Possiamo avere prestiti aziendali anche importanti, a costo zero e a lungo termine.

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Essere donne in Italia è ancora difficile. Avere dei figli anche. Se poi ami lavorare con soddisfazione e vuoi cambiare la società… Sei una sognatrice!

Eureka è fatta da sognatrici e sognatori che credono con passione. Che agiscono in pratica, velocemente e con efficacia. A partire da Eureka, il cuore e il motore di tutto.
Eureka è nota per la sua creatività sociale e “family friendly”. I nostri servizi sono progettati per facilitare la vita alle mamme e alle famiglie di oggi. Molte strategie d’aiuto efficaci e trucchi del mestiere sono nati così: facendo il massimo – tra noi, in Eureka – per semplificarci la vita ed aiutarci gli uni gli altri.

Lavoriamo in coppia in modo da poterci sostituire a vicenda al bisogno. Il part-time è la norma, ma chi vuole può lavorare a tempo pieno. È possibile lavorare da casa. “Spezzare” la giornata per andare a prendere i figli o altro.
In ufficio abbiamo a disposizione l’angolo cucina e una bella tavola per le pause. I figli possono essere portati con sé. Anche i cani dove si può. La carriera e i ruoli sono personalizzati e concordati secondo i desideri e le situazioni di vita personali. Magari chi sta allattando ha piacere di lavorare ogni tanto in ufficio col bebè per stare in compagnia ma non vuole avere troppe responsabilità. Altre volte si è pronti per una maggiore leadership.

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Nei servizi di Eureka l’osservazione è il cuore.

Con il metodo della ricerca – azione studiamo e verifichiamo l’andamento di tutti i nostri servizi: il clima, gli obiettivi, i risultati. Monitoriamo costantemente la soddisfazione di tutte le persone che passano: utenti, familiari, adulti di riferimento, accompagnatori, educatori, operatori e ospiti. Senza dimenticare i committenti, a cui rispondiamo nel dettaglio.

Ci impegniamo a guardare bene. A fotografare quello che succede e a chiederci come fare meglio, per metterlo subito in pratica.

Siamo stati la prima impresa sociale lombarda a certificare la qualità dei nostri servizi. E continuiamo così, investendo nella qualità della vita. Con attenzione e cura. Anche per le piccole cose.

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Siamo capaci di pensare diversamente e insieme. Oltrepassiamo senza paura confini già tracciati. Stiamo attenti a quel che serve e non c’è, per rispondere ai bisogni irrisolti delle persone. Giocare a imparare non ci basta mai. Pratichiamo l’evoluzione in tutti i modi possibili, soprattutto piacevoli e divertenti. Amiamo l’arte, la cultura, i libri e li scambiamo tra di noi.

Siamo creativi appassionati, scopritori di tendenze e nuove abitudini. Quando ci viene un’idea la mettiamo in cantiere. Innestiamo le persone e le professionalità più diverse. Mescoliamo ingredienti scelti con cura per costruire il servizio mancante, quello che può fare la differenza per la qualità della vita. Non ci interessa il copyright. Siamo contenti quando ci copiano.
Vogliamo generare risorse ed energie, alternative vitali, ricche e piacevoli. Siamo diffusori di design sociali innovativi che funzionano

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Il nostro obiettivo è cambiare in meglio la realtà facendo bene il nostro lavoro.
Per riuscirci coltiviamo l’arte della presenza e della competenza. Siamo delle costruttrici e dei costruttori di reti sociali. Come segugi, scopriamo e seguiamo le tracce: passaggi importanti, esigenze non soddisfatte, bisogni nascenti e in crescita.

Come esperte ricamatrici, ci prendiamo cura della rete energetica in cui tutti noi viviamo.
Rinnoviamo le reti di appartenenza. Le ricuciamo alle comunità. “Diamo dei punti” quando le trame si allentano e rattoppiamo i buchi: generiamo e manteniamo in salute le connessioni vitali che ci collegano gli uni con gli altri e ci sostengono. Più sono forti loro, più siamo forti tutti.

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Se la storia del formaggio ha una tradizione millenaria, la ricotta non è da meno. Così sembra leggendo la descrizione dell’ingresso di Ulisse nella grotta di Polifemo. Approfittando dell’assenza del rude Ciclope, l’eroe osserva attentamente l’ambiente e non gli sfuggono gli arnesi usati dal primitivo casaro: graticci appesantiti dai caci, secchi e vasi nei quali mungere il latte e boccali traboccanti di siero.

Forse già Omero, circa tremila anni fa, distingueva il formaggio dalla ricotta, sapendo che quest’ultima si ricava dalla parte liquida che si separa dalla cagliata durante la produzione del formaggio, il siero appunto. Nelle produzioni moderne il siero residuo viene riscaldato, cioè ri-cotto, ad una temperatura di circa 80°, ottenendo, per coagulazione, morbidi fiocchi bianchi che si compattano sgocciolando negli appositi contenitori forati.

Considerata nel passato un cibo povero, tipico delle realtà contadine, è oggi molto rivalutata per la sua versatilità in cucina e per la sua qualità nutrizionale.

Le proteine presenti sono ricche di aminoacidi essenziali, cioè di quelle componenti proteiche che il nostro organismo non produce in modo adeguato e che, quindi, dobbiamo introdurre attraverso l’alimentazione. I micronutrienti sono davvero tanti e utilissimi: abbondano i sali minerali come calcio, selenio, fosforo e zinco e sono presenti in quantità significativa le vitamine, soprattutto vitamina A, B2 e B12. Dal punto di vista energetico fornisce un apporto contenuto di calorie, ma contiene una buona quantità dilattosio (attenzione quindi alle intolleranze a questo zucchero).

Si dice che la ricotta sia un alimento magro. E’ vero, rispetto alla maggior parte dei formaggi e a tutti gli altri derivati del latte, ma bisogna tener conto di alcuni aspetti: il siero utilizzato e il tipo di lavorazione. Ci sono in commercio diversi tipi di ricotta e non tutte hanno lo stesso contenuto di grassi, la percentuale varia secondo il tipo di latte utilizzato: quella ottenuta dal latte di bufala è più grassa di quella di vacca e meno di quella di pecora. Inoltre, durante la lavorazione, spesso vengono aggiunti al siero latte o panna per aumentare la cremosità del prodotto, aumentando così il contenuto di lipidi. E’ sempre consigliabile, quindi, leggere l’etichetta che, per legge, riporta la tabella nutrizionale e gli ingredienti. In ogni caso, non dimentichiamo che gli acidi grassi del latte e dei suoi derivati sono prevalentemente di tipo saturo e che si accompagnano a discrete quantità di colesterolo.

FINTO GELATO ALLA STRACCIATELLA

Una ricetta fresca, nutriente, velocissima e decisamente economica. Ideale per la merenda o per un dessert improvvisato. Ingredienti? Due. La ricotta e il cioccolato.

Lavorate la ricotta freschissima con un cucchiaio, per farla risultare ancora più soffice. Riducete in piccoli pezzetti il cioccolato. La scelta di quest’ultimo dipenderà dai gusti dei vostri bambini, ma quello amaro è consigliabile. In questo periodo potrete “riciclare” le uova Pasquali che spesso avanzano e vanno consumate prima dell’arrivo del caldo. Amalgamate gli ingredienti, disponete in ciotoline monodose e mettete a raffreddare in frigorifero. Se lo disponete in un contenitore più grande, una volta raffreddato, potrete ricavare le classiche palline di “gelato”.

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Fondamentale dopo il parto e nelle prime settimane di vita del bebè, la nonna, spalleggiata dal nonno, dà un supporto affettivo e pratico sia per la puerpera sia per il nuovo arrivato: sa cosa fare e quando. La nonna rassicura, tranquillizza e aiuta davvero, facendo quel che serve.

Soprattutto se non si sostituisce alla madre nel ruolo genitoriale e non cannibalizza il nipotino togliendo spazio ai familiari: il papà prima di tutto, gli altri nonni, zii e amici. Lasciando che la neomadre entri nel ruolo materno come prima attrice, con fiducia in se stessa e con la massima libertà. Senza sentirsi giudicata o ‘supervisionata’ da chi, in teoria, ne sa di più.

Insomma, la nonna ideale sa giocare e ridere di gusto, ma anche tacere e stare al suo posto, anche quando non è d’accordo ed è magari un po’ preoccupata dei metodi della neomamma. Vuole bene al genero senza essere invadente. Adora stare con il nipote ma ha una sua vita completamente autonoma. Lavora, si diverte: sa vivere. C’è, eccome se c’è. Ama. Ma liberamente. E libera anche la mente della figlia/nuora, lasciandole agio quando serve, magari per ritrovare l’intimità “di prima” con la sorella per un cinemino pomeridiano. Tenendole cane e figlio insieme. Ospitando le cene con i cugini… E’ sua complice in un rapporto fluido e felice, nel godersi gli affetti, la vita. Per fortuna queste nonne meravigliose e generose sono tante e in Eureka ne abbiamo e ne conosciamo molte.

E se i nipoti sono lontani? La nonna diventa “virtuale” e utilizza le nuove tecnologie per cantare o raccontare fiabe “dal vero” ai nipotini. Tra malinconia e sorrisi, partecipa alle fasi di crescita grazie ai video con i primi sorrisi, i primi passi, le feste di compleanno e poi, ogni tanto, si gode una settimana intera: o loro qui o noi là.  

Le nonne saranno ricordate e amate, come delle vice mamme. Consigliere sagge e simpatiche che, non dimentichiamolo, sono sempre sostenute dal nonno che sarà l’argomento del nostro prossimo articolo.

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